PRIMO MAGGIO: L’ALBERGHIERO DI MOLFETTA È IN FESTA

Bread and Roses
Judy Collins

Testo in italiano

Mentre marciamo e marciamo nella bellezza del giorno,
un milione di cucine annerite, mille lucernari di fabbriche grigie,
sono inondate da tutto il fulgore che un sole improvviso dischiude,
per chi ci ascolta cantiamo: “Pane e rose! Pane e rose!”

Mentre marciamo e marciamo, noi ci battiamo anche per gli uomini,
perchè sono figli di donna, e noi le loro madri.
Le nostre esistenze non saranno sfruttamento
dalla nascita sino alla tomba.
I cuori patiscono la fame come i corpi,
dateci il pane, ma dateci anche le rose!

Mentre marciamo e marciamo, innumerevoli donne morte,
piangono, attraverso il nostro canto,
il loro antico lamento per il pane.
Il loro spirito stremato conobbe poca arte,
poca bellezza e poco amore.
Si, è per il pane che combattiamo,
ma noi combattiamo anche per le rose!

Mentre marciamo e marciamo, noi portiamo giorni grandiosi.
La riscossa delle donne significa la riscossa dell’umanità.
Non più chi si massacra di lavoro e chi ozia,
i tanti che soccombono alla fatica e i pochi che riposano,
ma la condivisione delle glorie della vita: pane e rose!
Pane e rose!

Testo in inglese

As we go marching, marching
In the beauty of the day
A million darkened kitchens
A thousand mill lofts grey
Are touched with all the radiance
That a sudden sun discloses
For the people hear us singing
Bread and roses, bread and roses
As we go marching, marching
We battle too for men
For they are women’s children
And we mother them again
Our lives shall not be sweated
From birth until life closes
Hearts starve as well as bodies
Give us bread, but give us roses
As we go marching, marching
Unnumbered women dead
Go crying through our singing
Their ancient call for bread
Smart art and love, and beauty
Their drudging spirits knew
Yes, it is bread we fight for
But we fight for roses, too

Pride è un film del 2014 diretto da Matthew Warchus.

Prodotto dalla casa di produzione cinematografica Calamity Films, è stato presentato al Festival di Cannes 2014, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, ed è stato premiato con la Queer Palm.

Trama
In occasione del Pride di Londra del 1984 Mark Ashton, giovane attivista gay e membro della Young Communist League, ha l’idea di raccogliere fondi per sostenere la lotta e il lungo sciopero dei minatori, vessati dalle scelte politiche della premier Margaret Thatcher. Mark nota come i gay e le lesbiche siano vittime dello stesso sistema e punta così a costruire un legame di solidarietà con i lavoratori in lotta. Preso dall’entusiasmo propone la sua idea nel corso di una riunione e, nonostante i molti scetticismi, ottiene il supporto di sei compagni (cinque uomini e una donna) per la creazione del gruppo “Lesbians and Gays Support the Miners” (LGSM), il cui scopo è quello di raccogliere donazioni nella comunità gay e lesbica londinese in sostegno dei minatori.

Il gruppo si confronta subito con la difficoltà di trovare credito tra i sindacati dei minatori, che non sembrano gradire il loro aiuto e respingono ogni tentativo di contatto. Decidono quindi di contattare direttamente i lavoratori di un paesino minerario del sud del Galles, Onllwyn, che accettano il loro aiuto. Un rappresentante gallese si reca così a Londra, per accettare la donazione e fare un ringraziamento pubblico in un locale gay; in seguito, nonostante le resistenze e lo scetticismo di alcuni paesani, il LGSM viene invitato in paese per essere ringraziato pubblicamente, come avvenuto già per altri gruppi di sostenitori. La conoscenza diretta, l’entusiasmo dei giovani attivisti e la consistenza delle donazioni che riescono a raccogliere sciolgono pian piano i pregiudizi di una piccola comunità chiusa e tradizionalista, spianando la strada a una stabile solidarietà.

Le cose si complicano quando una delle componenti del comitato dei minatori di Ollwyn, che non ha mai accettato pienamente la presenza del gruppo di supporto, informa di nascosto la stampa, che si scatena in articoli dileggianti “i pervertiti che mantengono i minatori”, al punto che la comunità decide di rimettere ai voti l’accettazione degli aiuti di LGSM. A seguito di un attacco alla sede londinese, LGSM decide di rilanciare, organizzando un grande concerto di beneficenza con il supporto dei componenti del comitato dei minatori che credono nel loro aiuto. Il concerto, a cui parteciperanno anche i Bronski Beat, si rivela un successo e consente loro di rientrare a Onllwyn e provare a sostenere con successo la loro causa. Nonostante ciò, con uno stratagemma di procedura, gli organizzatori della votazione circa l’accettazione del supporto del LGSM anticipano la riunione decisiva e respingono il loro aiuto prima che il gruppo dei favorevoli possa rientrare da Londra.

Per la delusione e per problemi personali Mark lascia il gruppo, pur continuando a seguire la sorte dei minatori fino alla conclusione dello sciopero, quando si riunisce a LGSM, in tempo per partecipare al Pride di Londra del 1985, nel quale gli organizzatori vorrebbero costringerli a rinunciare al loro striscione o a piazzarsi in coda al corteo. I minatori gallesi però non si sono dimenticati dei loro sostenitori e raggiungono il Pride in massa con numerosi pullman, meritandosi – tra lo stupore generale – la testa della manifestazione. In seguito le Unions inglesi, su impulso dei sindacati dei minatori, includeranno i diritti delle persone gay e lesbiche nei loro statuti.

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